Mio papà era un imprenditore edile.

Mio papà era un imprenditore edile.

Mio padre è stato un impresario edile.
Dopo la guerra poco più che sedicenne è emigrato in Svizzera per lavorare come contadino fino a 18 anni quando è dovuto tornare per il servizio di leva.

E’ tornato nel Canton Ticino dopo il militare per fare il muratore insieme a mio Zio (suo fratello).

Dopo qualche anno sono tornati in Italia ed hanno fondato la loro impresa edile che ha prosperato per molti anni.

Invece di diventare dipendenti di qualche impresa edile locale, hanno deciso di fondare una loro azienda, una scelta difficile, portata avanti con pochissimi soldi in tasca, contando solo su loro stessi, la loro forza fisica e la loro intelligenza.

Questo gli ha permesso di vivere una vita dignitosa fino alla pensione, dopo un’infanzia passata all’insegna della guerra, dove c’era poco anche da mangiare, e quel poco andava diviso con tutta la numerosa famiglia.

È stata una decisione ardita a quel tempo, ma guardandola col senno di poi, possiamo affermare che il momento storico era adatto a quel tipo d’impresa.

Erano anni di costruzione e ricostruzione, c’era bisogno di tanto (di tutto in effetti): case, scuole, strade e molto altro ancora.

In quegli anni le auto erano poche, ci si muoveva poco e quindi il passaparola era tutto quello che si poteva fare per poter trovare nuovi clienti.
Oggi è completamente diverso e a tutti gli effetti è un altro mondo.
Certo le auto sono ancora a benzina e non volano come profetizzato nel film “Ritorno al futuro” ma per quanto riguarda la comunicazione è invece cambiato tutto.

Il passaparola non basta più, le persone hanno a disposizione un mezzo che cresce esponenzialmente ogni anno: INTERNET.

Mio padre e mio zio, potevano concentrarsi in prima persona nella parte tecnica, non avevano bisogno di marketing, al massimo sponsorizzavano le squadre di calcio del paese (più per passione in verità che per pubblicità).

Ed è qui il punto focale!
Oggi non è più sufficiente concentrarsi sul prodotto
.

Che  un’azienda nel 2015 debba lavorare bene, creando prodotti o servizi di qualità, è un concetto scontato, una commodity; ma una volta appurato questo, l’imprenditore ha il dovere di delegare a collaboratori di fiducia e preparati, e dedicarsi a trovare nuovi clienti e fidelizzare quelli già in portfolio.
Trovare il modo di far percepire la propria idea differenziante e far trovare i motivi per cui essere scelti tra tanti.

Infatti oggi a differenza di quando mio papà ha deciso di fondare l’impresa edile, il mercato offre tutto e il contrario di tutto, la globalizzazione ha dato la possibilità di importare ed esportare in tutto il mondo.

Oggi dobbiamo confrontarci anche con aziende come Amazon e Zalando, non solo con le vicine attività locali.
A proposito, lo sai che da qualche mese Amazon ha iniziato a commercializzare anche prodotti alimentari? Anche su questo fronte si stanno aprendo nuovi scenari.

Ancora oggi molti imprenditori non si dedicano alle attività che permettono di fatturare, come la vendita e il Marketing in primis, a volte per mancanza di tempo, altre perché si danno priorità diverse e altre ancora perché non è possibile delegare a collaboratori le mansioni contabili, amministrative o di produzione.

Ho scritto questo articolo perché, mentre pianificavo i futuri programmi di business, mi è venuto in mente mio papà; pensavo a come lui avesse fondato una azienda senza business plan, senza marketing e senza denaro, oggi fondamentali per creare un’impresa solida e con possibilità di prosperare nel prossimo futuro.

Pensavo a quanto siano cambiate tante dinamiche spesso trascurate:

  • i cambiamenti avvenuti dal fatidico 2008 (presunto anno della crisi) ad oggi
  • la collaborazione tra banche e aziende
  • l’importanza della selezione dei collaboratori
  • a come sono cambiate le priorità aziendali negli anni
  • all’utilizzo delle nuove tecnologie nella nuova connection economy

Pensavo a quanto sia importante per gli imprenditori non fermarsi al: “ho sempre fatto così ed è sempre andato tutto bene”, ma guardare avanti ed adeguarsi ai cambiamenti.

Pensavo e penso al ruolo che da consulente di web marketing ricopro nelle aziende, all’importanza del mio lavoro, alla responsabilità nei confronti degli imprenditori che decidono di collaborare con me, Francesco e il nostro team.

Il successo o l’insuccesso di un’azienda dipende anche dal nostro lavoro, da quanta testa mettiamo nei progetti, dal tempo che ci dedichiamo e dalla qualità.

Per questo motivo ogni imprenditore ha il dovere di comprendere le basi del marketing e del web, così da trovare collaboratori validi con i quali condividere strategie ed obiettivi.

Leggendo questo articolo, sono sicuro che mio papà avrebbe detto qualcosa tipo:
” ma di cosa stai parlando? Ai miei tempi io mi alzavo al mattino alle 6, lavoravo fino a tardi e non ho mai avuto bisogno di altro”.(Tutto rigorosamente in bergamasco).
Fossi qui adesso, vedresti quanto tutto è cambiato!

A presto
Piersandro

Hai letto: Perchè la soddisfazione del cliente è tutto (oggi ancora di più)?


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